Ciclismo, caduta di massa al Tour de France: solo 1.200 euro la multa

Ciclismo, caduta di massa al Tour de France: solo 1.200 euro la multa

Le news sul ciclismo di Bikeads24: la donna bretone che issò il cartello “Allez Opi Omi” dedicato ai nonni: rischiava 4 mesi di carcere

Le immagini hanno fatto il giro del mondo, causato il ritiro di diversi corridori e fatto infuriare le autorità del ciclismo. Questo giovedì, il tribunale penale di Brest ha emesso la sua sentenza contro la giovane che aveva causato la caduta di massa di diversi corridori del Tour de France brandendo un cartello troppo vicino al gruppo.

Perseguita per “aver messo in pericolo altri” e “per lesioni non intenzionali”, è stata infine condannata a una multa di 1200 euro. La giovane 31enne dovrà inoltre versare un simbolico euro all’Unione Nazionale Ciclisti Professionisti (Uncp), parte civile.

Il 14 ottobre era stata richiesta una simbolica pena detentiva, poi sospesa, di quattro mesi contro la spettatrice. Lei “ha riconosciuto spontaneamente i fatti” così come “la pericolosità del suo comportamento” e “ha presentato le sue scuse”, ha osservato il rappresentante dell’accusa durante le sue richieste. “Non è stato un gesto volontario volontario”, aveva sussurrato all’inizio dell’udienza la giovane donna.

Il 26 giugno, nella città di Sizun (Finistère), a 45 km dall’arrivo della prima tappa del Tour, parte di Brest, la residente di Finistère aveva brandito un cartello mentre invadeva la strada, dando le spalle al gruppo.

“Allez Opi Omi” (“Nonno-nonna” in tedesco, sua nonna è di origine tedesca) aveva scritto a grandi lettere su un pezzo di cartone per attirare l’attenzione dei suoi nonni, fan incondizionati della Grande Boucle.

Corridori costretti al ritiro

Diversi corridori, lanciati ad alta velocità, non hanno potuto evitarlo. Il tedesco Tony Martin, il primo a cadere, aveva coinvolto nella sua caduta molti altri ciclisti. Diversi altri erano stati costretti al ritiro, tra cui il tedesco Jasha Sütterlin (DSM) e lo spagnolo Marc Soler (Movistar).

Fonte foto Freepik

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